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Tetralogia degli elementi: i Litfiba sotto al Vesuvio, rock con duetti inediti

Tetralogia degli elementi: i Litfiba sotto al Vesuvio, rock con duetti inediti

Piero Pelù apre il XXVII Festival delle Ville Vesuviane con un rock energico e trascinante, ospitando sul palco Enzo Avitabile, Ira Green e Raul Volani.

Un ritorno molto atteso quello dei Litfiba in Campania, a giudicare dall’entusiasmo dei fan e dall’atmosfera decisamente calda, non solo per le elevate temperature: il 5 agosto nella Villa Favorita di Ercolano sono stati loro ad inaugurare il XXVII Festival delle Ville Vesuviane con il tour Tetralogia degli elementi, che precede le esibizioni di Enzo Avitabile & Bottari (il 13 agosto), Francesco Renga (il 31 agosto) ed Eduardo De Crescenzo (il 7 settembre).

Il “ragazzaccio” Piero Pelù, insieme con Ghigo Renzulli alla chitarra, Luca Martelli alla batteria, Ciccio Li Causi al basso e Federico Sagona alle tastiere e ai cori, non si è risparmiato nelle due ore e mezza di show in cui, sullo sfondo di una scenografia minimal costituita da un quadrato di stoffa che richiama la copertina dell’album e moderati giochi di luce, ha come sempre toccato temi sociali e di grande attualità: nella città simbolo della lotta al racket, Pelù&company hanno aperto il concerto con “Resisti”, e dal palco il cantante ha lanciato la prima “picconata”: “Quando la mafia e la politica vanno a braccetto, una sola cosa ci resta da fare, ora e sempre resistenza”.

Tra un rock che man mano è scivolato verso l’hard, il frontman toscano, sulle note di brani celebri e b-side (tra cui “Africa”, “Dinosauro”, “Proibito”, “El Diablo”, “Gioconda”), non ha usato mezzi termini per parlare anche del dramma della disoccupazione giovanile (a metà concerto ha issato un cartello dopo averci scritto in diretta: “Renzi cazzo fai?”), o, sul brano “Sparami”, dove ha riservato lo stesso trattamento al Ministro degli Interni Alfano per l’assenza dello Stato rispetto alla criminalità, strappando naturalmente un’ovazione ai fan di tutte le generazioni. Trattandosi degli elementi della natura, il “Tetralogia” tour nella tappa campana ha affrontato poi il tema della “terra dei fuochi”, e lo ha fatto prendendo in prestito le parole di un famoso proverbio indiano: “Quando l’ultimo pesce sarà stato pescato – ha urlato Pelù dal palco – quando l’ultimo fiume sarà stato asfaltato, quando l’ultimo campo sarà stato avvelenato, solo allora questi fottuti camorristi capiranno che non potranno mangiarsi i loro fottuti soldi”.

Poi anche per i Litfiba, come ormai per ogni artista che tocca Napoli, è giunto il momento dell’omaggio a Pino Daniele, arrivato con l’intonazione di “Je so’ pazz” al termine del brano “Sotto il vulcano”. La band di “ragazzacci” ha voluto omaggiare anche un altro grande artista partenopeo, Enzo Avitabile, con cui ha duettato nel brano “La musica fa” infiammando l’anima e i corpi del pubblico incitato da Avitabile a ballare «n’copp ‘o groove». Il clima ormai surriscaldato ha mantenuto la temperatura nei successivi duetti, quello con Ira Green in “Spirito” e con Raul Volani dei Metharia in “Tammuria”. Doppio bis, nel finale, con “Lacio Drom” e “Cangaceiro, e sulle note di “Regina di cuori” Pelù si è alzato la maglietta invitando, con timido riscontro, le fan donne ad imitarlo senza vergognarsi: un gesto di ribellione, di sfida alla “morale” forse di altra epoca, cui tuttavia “El Diablo” fiorentino non intende rinunciare. D’altronde per Piero Pelù la sfida sembra essere proprio il motore dell’energia che continua a propagare dal palco e di cui si sono nutriti i fan all’ombra del Vesuvio che, a giudicare da quanto hanno saltato e sorriso, sono sembrati essere rimasti soddisfatti in pieno.